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Allenare la forza nel
calciatore |
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Autore: Marco Proto |
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Premessa
| La contrazione muscolare - I diversi regimi di contrazione
muscolare - Mezzi allenanti della forza basati sull'alternanza dei
regimi di contrazione e sulla combinazione di carichi pesanti e
leggeri (Cometti e Bulgaro) - Specificità nell'allenamento della
forza del calciatore: nuovi indirizzi metodologici.
Prerequisiti teorici
| Il muscolo è l'organo deputato all'azione motoria del corpo umano.
Un muscolo è composto da un insieme di fibre muscolari,che a loro
volta sono composte da una serie di miofibrille; all'interno delle
miofibrille vi sono dei miofilamenti, dei quali alcuni sono più
spessi(di miosina), alcuni più sottili (di actina).
Le fibre si dividono in 4 tipi:
1) fibre lente (o di tipo I);
2) fibre veloci di tipo IIa;
3) fibre veloci di tipo IIb;
4) fibre veloci di tipo IIc.
Le fibre lente sono innescate nel meccanismo aerobico:sono reclutate
da stimoli di bassa frequenza,esprimono bassi livelli di forza, ma
hanno un elevata resistenza alla fatica. Le fibre veloci di tipo IIa
sono innescate nel meccanismo anaerobico lattacido: sono reclutate
da stimoli di bassa frequenza,esprimono medi livelli di forza, ma
hanno
una resistenza alla fatica molto elevata.
Le fibre veloci di tipo IIb sono innescate nel meccanismo anaerobico
alattacido: sono reclutate da stimoli di alta frequenza,esprimono
alti livelli di forza, ma hanno una scarsa resistenza alla
fatica. Le fibre veloci di tipo IIc hanno invece delle particolari
proprietà biochimiche, e sono valutate diversamente da varie
teorie:secondo la teoria di Ribacchi hanno una funzione
plastica(sostituiscono cioè le fibre danneggiate, Ribacchi, 86);
secondo Howald sono delle fibre che sono maggiormente modificabili
con l'allenamento, anche se la trasformazione è più difficile da
lente a veloci (Howald,89).
La contrazione muscolare
| All'interno di una fibra muscolare,come detto,vi sono filamenti
proteici di actina e miosina.Lo scorrimento dei filamenti di actina
su quelli di miosina determina la contrazione muscolare. Essa, nello
specifico, avviene per effetto dell'azione dei c.d. ponti
actomiosinici. I ponti actomiosinici sono delle estroflessioni
proteiche dei filamenti di miosina. Essi in un primo momento (FASE
I) sono distesi sul filamento di miosina, inibiti dalla troponina C
(che è appunto una proteina "inibitoria") ; in seguito allo stimolo
neurale, si sprigiona Calcio (CA++), il quale fa cessare l'effetto
inibitorio della troponina, e fa "alzare" il ponte (FASE II); il
ponte, elevandosi, aggancia il filamento di actina, e lo fa scorrere
in maniera trasversale al filamento di miosina, facendo quindi
contrarre il muscolo (FASE III); quando lo stimolo è terminato, il
ponte torna a distendersi sul filamento di miosina, di nuovo
sottoposto all'effetto della troponina C (FASE IV=FASE I); questo
vero e proprio ciclo ha la durata brevissima di 44/200 microsecondi.
L'unità fondamentale della contrazione muscolare è il sarcomero. Il
sarcomero viene individuato in quella parte delimitata dalla c.d.
linea Z, che è quella linea che unisce trasversalmente i filamenti
di actina.
I diversi regimi di contrazione muscolare
| Prima di analizzare i diversi regimi di contrazione muscolare, è
d'uopo una precisazione fondamentale,ai fini anche delle
argomentazioni successive. I muscoli si suddividono in estensori e
flessori. I primi hanno la funzione di porre due segmenti articolari
sullo stesso asse (es.:il tricipite brachiale, ovvero quel muscolo
che appunto estende l'avambraccio sulla stessa retta del braccio;si
pensi ad una rimessa laterale); i secondi hanno invece la funzione
di piegare il piano che individua due segmenti articolari
contigui(es.:il bicipite brachiale, ovvero quel muscolo che flette
l'avambraccio sul braccio;si pensi al lavoro con un pesetto nella
mano). Detto ciò, il muscolo (estensore o flessore) compie 2 tipi di
contrazioni: isometriche e isotoniche. Nelle prime la lunghezza del
muscolo rimane invariata, nelle seconde la lunghezza varia in tal
senso:
- nelle isotoniche concentriche: si verifica un accorciamento del
muscolo;
- nelle isotoniche eccentriche: si verifica un allungamento del
muscolo;
- nelle isotoniche pliometriche: si verifica un rapido
allungamento/accorciamento del muscolo. A seconda di quanto abbiamo
detto riguardo ai muscoli estensori e flessori:
- in una contrazione isotonica concentrica di un flessore si ha la
chiusura dell'angolo articolare;
- in una contrazione isotonica concentrica di un estensore si ha
l'apertura dell'angolo articolare;
- in una contrazione isotonica eccentrica di un flessore si ha
l'apertura dell'angolo articolare;
- in una contrazione isotonica eccentrica di un estensore si ha la
chiusura dell'angolo articolare.
Mezzi allenanti della forza basati sull'alternanza dei regimi di
contrazione e sulla
combinazione di carichi pesanti e leggeri: il Cometti e il Bulgaro
L'obiettivo specifico e principale dell'allenamento del calciatore è
la trasformazione della forza in velocità. Gilles Cometti ha ideato
una metodica di allenamento della forza che segue proprio tale
direttrice, alternando contrazioni isometriche (che sviluppano la
forza massimale*), concentriche (sviluppano la forza massimale e la
forza esplosiva*), eccentriche e pliometriche (sviluppano la forza
esplosiva). Le combinazioni di lavoro di una seduta tipo Cometti
possono essere a 2, 3 o 4 "elementi" (questi ultimi intesi come tipi
di contrazione muscolare). In una combinazione a 2 elementi si
potrebbe così procedere:
a) lavoro isometrico
b) lavoro concentrico
c) sprint finale
Come si può ben notare, il principio della trasformazione della
forza in velocità è assolutamente rispettato, formando una
combinazione di lavoro di tipo statico-dinamico. In una combinazione
a 3 elementi si potrebbe così procedere:
a) lavoro isometrico
b) lavoro concentrico
c) lavoro pliometrico
d) sprint finale
In una combinazione a 4 elementi si potrebbe così procedere:
a) lavoro isometrico
b) lavoro concentrico
c) lavoro eccentrico
d) lavoro pliometrico
e) sprint finale
Dal punto di vista propriamente tecnico,per un lavoro sul
quadricipite femorale si potrebbero utilizzare anche dei tiri in
porta (magari dovendo centrare una zona o un bersaglio); per un
lavoro sul tricipite surale si potrebbero utilizzare dei colpi di
testa. Il metodo Cometti è una stretta derivazione del metodo
Bulgaro. Il metodo Bulgaro, più che sull'alternanza dei diversi
regimi di contrazione, è basato sulla combinazione di resistenze più
pesanti a resistenze più leggere, tenendo conto dei carichi
massimali individuali.Logicamente nel periodo di pre-campionato si
lavorerà maggiormente su carichi prossimi ai valori massimali (forza
massimale dinamica), mentre nel periodo infra-campionato
si incrementerà il lavoro sui carichi più inferiori (forza
esplosiva).
Riguardo al Cometti e al Bulgaro è necessario fare delle
osservazioni, che costituiscono la premessa alle tesi più recenti
della preparazione atletica moderna. Negli anni Ottanta, le prime
squadre che inserirono delle sedute tipo Cometti nelle sedute
atletiche,non ottennero risultati positivi, anzi a detta di molti
addirittura negativi e controproducenti. La medesima difficoltà fu
riscontrabile nell'allenamento tipo Bulgaro, il quale nasce
nell'ambito sportivo della pesistica. La soluzione fu quella di
diminuire notevolmente i carichi di lavoro.Tutto ciò si è verificato
poiché vi fu un trapiantamento assoluto e totale di tali metodiche
,non tenendo conto della specificità della disciplina
sportiva quale è il calcio. In casi estremi, vi sono stati danni
anche alla salute degli atleti (per esempio, nel sollevamento del
bilanciere in squat con carichi eccessivamente pesanti, si arriva a
notevoli danni per la schiena).
E' indubbio che il livello di forza dipende dalle dimensioni della
sezione traversa del muscolo,ma come recita Harre:"Il possesso di
una grande forza non significa anche poterla usare rapidamente" (Harre,1972).
Inoltre "ogni qualvolta la forza aumenta in virtù di eccessivi
incrementi di massa, si rischia di rendere meno efficiente la
componente elastica
della fibra muscolare.Tali influenze negative sembra siano dovute
agli attriti di scorrimento determinati dall'aumento di
vischiosità…all'interno della fibra stessa."(Filippo e Fausto
Cannavacciuolo, da "Calcio, il sistema della forza veloce", 2000).
Specificità nell'allenamento della forza del calciatore:nuovi
indirizzi metodologici
| La specificità della forza nell'allenamento sportivo corrisponde a
peculiari richieste fisiologiche e/o motorie che ogni disciplina
sportiva contiene in se(c.d. forza specifica). Per quanto concerne
il calcio, è stato rilevato che in media, durante una partita, il
calciatore distribuisce così il suo impegno fisico:
- un 60% di corsa aerobica (corsa lenta)
- un 25% di corsa anaerobica lattacida (corsa media)
- un 15% di corsa anaerobica alattacida (corsa ad alta intensità)
Valori, questi, naturalmente variabili a seconda di molteplici
fattori (ruolo del calciatore, condizioni atmosferiche, dimensioni
orizzontali e laterali del campo, ecc…). Nella percentuale di 15% di
corsa ad alta intensità, e cioè in quei momenti di gioco più
"coinvolgenti" per il calciatore (tiri, scatti, dribbling,
contrasti, stacchi),intervengono quelle qualità di forza specifica
necessarie. Analizzando il tipo di lavoro muscolare (da cui appunto
proviene la forza ed il suo livello espresso) in questi
gesti tecnico-motori, si evince che:
a) vi è lavoro isometrico nei contrasti;
b) vi è lavoro isotonico concentrico negli scatti(per gli
estensori), e nei contrasti (per i flessori);
c) vi è lavoro isotonico eccentrico per arresti e cambi di direzione
(per estensori), e nei contrasti (per i flessori);
d) vi è lavoro isotonico sia concentrico che eccentrico nei muscoli
adduttori e abduttori nel controllo della palla; (i muscoli
adduttori sono quelli che hanno la funzione di avvicinare la coscia
alla linea mediana del corpo;i muscoli abduttori sono quelli che
hanno la funzione di allontanare la coscia dalla linea mediana del
corpo);
e) vi è lavoro isotonico sia concentrico che eccentrico nei muscoli
rotatori delle gambe nel controllo della palla.
Dunque per ottimizzare la prestazione del calciatore nei suoi gesti
specifici, l'obiettivo è logicamente quello del potenziamento
muscolare dei distretti interessati, ma in un regime di elevata
rapidità (o regime di potenza, la quale è definita appunto come la
forza espressa nell'unità di tempo). Il tutto tenendo conto del tipo
di lavoro che la muscolatura esegue in quei momenti, e in base a ciò
determinare le modalità esecutive delle esercitazioni previste.
L'allenamento in regime di potenza è valido quanto quello stabilito
dalla metodica tradizionale, che prevede:
1) lavoro isometrico per la forza massimale,per ottenere quegli
adattamenti neurali e morfologici del muscolo;
2) lavoro di "carico"(Cometti, pliometria)
3) lavoro di "scarico"(forza esplosiva, potenza alattacida,
velocità, rapidità)
Ovvero,nel rispetto delle canoniche 3 fasi di lavoro per lo sviluppo
della forza.
Il prof. Carmelo Bosco ha introdotto un interessantissima questione
metodologica riguardante la differenza tra la c.d. "via indiretta"
(le 3 fasi di lavoro analizzate, v.sopra), ed una via invece
"diretta"(più immediata e specifica); quest'ultima è composta da
allenamenti con carichi corrispondenti al 35%-45% della forza
massimale utilizzati alla velocità più elevata possibile. Dopotutto
il concetto fondamentale di ogni sistema di allenamento è la "messa
in crisi" della componente interessata, per innescare quel processo
di supercompensazione nella produzione di ATP da parte
dell'organismo. Quindi un allenamento che ha come obiettivo la forza
veloce, dovrebbe essere strutturato in modo da "toccare in modo
sporadico e intervallato" aree della forza resistente e del
meccanismo anaerobico lattacido; in tal modo si simuleranno le
richieste fisiologiche di un impegno agonistico, in cui la
produzione del lattato (e di altre scorie derivanti
dall'affaticamento) limita progressivamente le capacità del
calciatore in quel 15% di forza specifica necessaria. Il concetto
della messa in crisi come sistema di allenamento della forza
rispetta la componente fisiologica di una prestazione
calcistica:azioni esplosive reiterate, tra le quali vi è un recupero
incompleto,che determina la produzione di lattato. Il Prof. G.N.
Bisciotti, rilevando che la produzione media di lattato durante un
impegno agonistico è di 6-7mml*1-1, propone esercitazioni di forza
veloce (definita "spuria") in condizioni di affaticamento, per
fornire all'atleta-calciatore i necessari adattamenti fisiologici.
Eccone due esempi:
a) corsa a navetta alla max velocità sui 20mtx4;
b) corsa a ritmo VRA (velocità di recupero attivo) sui 30mt; (VRA=65%
della VMA, velocità massimale aerobica)
c) 5-6 ripetizioni al 1/2 squat-jump con carico 30-35% del
massimale;
d) corsa a ritmo VRA sui 30mt;
e) corsa a navetta alla max velocità sui 20mtx4;
f) corsa a ritmo VRA sui 30mt;
g) 5-6 ripetizioni al 1/2 squat-jump con carico del 30-35% del
massimale;
h) corsa a ritmo VRA sui 30mt;
i) 6 tiri al pallone (potenti e precisi nel centrare un bersaglio).
Il tutto da 3 a 6 serie,con macropausa di 4-5'.La produzione di
lattato durante questo lavoro è di 8,1+/-1, 3mml*1-1.
a) scatti con arresto e cambi di direzione (20mt in avanti, 10mt
all'indietro,10mt di corsa laterale);
b) 30" di palleggi individuali;
c) serie di skip (20 toccate);
d) corsa a navetta alla max velocità sui 10mtx4;
e) corsa a ritmo VRA;
f) 5 ripetizioni al 1/2 squat-jump con carico del 20% del
massimale;
g) 30" di palleggi individuali;
h) 6 balzi (seduto - in piedi) su panca di 40-45cm di altezza;
i) 6 colpi di testa.
Il tutto da 3 a 6 serie, con macropausa di 4-5'. La produzione di
lattato durante questo lavoro è di 8,5+/-1,2mml*1-1.
Bibliografia ed approfondimenti
| CANNAVACCIUOLO FILIPPO E FAUSTO - CALCIO, IL SISTEMA DELLA FORZA
VELOCE, 2000 AA. VV. - MANUALE SINTETICO DELL'ALLENATORE DI CALCIO,
2000 nel quale fra le fonti: CARMINATI IVAN - METODICHE DI
ALLENAMENTO DELLA FORZA BISCIOTTI G.NICOLA - "COME SALVARSI DAL
TERREMOTO" - articolo apparso su NUOVO CALCIO N.106 CASELLATO RENZO
- "L'IMPORTANZA DELLA VELOCITA' NEL CALCIO MODERNO - articolo
apparso su NUOVO CALCIO N.102 BANGSBO - FISIOLOGIA DEL CALCIO, 1995. |
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