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Bilancio idrico
Uscite
Da 1 a 3 litri “in basale” (Sawka ’05)
Fino a 3 litri/ora, secondo attività ed ambiente (Murray ‘00) Da 1 a
12 litri dispersi secondo molte variabili (Aragon ’03)
Entrate
fluidi assunti tramite bevande o alimenti
acqua metabolica: non realmente utile (McArdle et al. ’01)
L’equilibrio di liquidi dovrebbe essere considerato adeguato quando
almeno due valutazioni sono coerenti con l’euidratazione.
Concetto di
euidratazione: parametri di scelta del metodo
- Attendibilità
- Sensibilità
- Facilità di utilizzo
- Costi
Il più attendibile: Tracciatura dei fluidi con isotopi radioattivi e
loro misura nei liquidi corporei escreti
Test molto usato ma non sempre attendibile: Osmolarità plasmatica
(285 mOsm/kg) meno idratati si è, più si eleva. (Francesconi ’87;
Armstrong ’94)
Un secondo test di laboratorio: Natriemia: si eleva in
disidratazione. Un terzo gruppo di test di laboratorio
Indicatori costosi e molto relativi: Dosaggio ormoni che regolano il
bilancio idrico. (Sawka & Coyle, 1999)
I metodi semplici: Concentrazione urinaria e valutazione
quantitativa e qualitativa Test molto utile per stabilire se vi è
euidratazione o disidratazione (Armstrong et al., ‘94; Bartok et
al., ‘04; Shirreffs & Maughan, ‘98)
Un test attendibile e molto usato: Concentrazione urinaria Volume,
peso specifico, osmolarità
Esistono
kits di facile utilizzo
Procedura
- Prime urine della giornata (dopo digiuno notturno)
- Verifica valori tramite i kits di analisi (tempo circa 10 secondi)
- Confronto con i dati dei giorni precedenti
Valutazione massa corporea Esistono prove che la massa corporea
rappresenta un indicatore fisiologico sufficientemente stabile per
monitorare l’equilibrio di liquidi giornaliero, anche su periodi più
lunghi (1-2 settimane) che includono attività fisica pesante e
cambiamenti idrici importanti (Cheuvront et al., 2004; Leiper et
al., 2001)
Il più
pratico e veloce
Sul breve termine si può mantenere una massa corporea stabile se il
controllo viene fatto come prima cosa al mattino e se ci si impegna
coscienziosamente a ripristinare le perdite di sudore durante
l’attività (Cheuvront et al., 2004)
Su tempi più lunghi tali misurazioni dovrebbero essere effettuate in
combinazione con un’altra tecnica (cioè quella della concentrazione
di urine) per distinguere le perdite di tessuto grasso da quelle di
liquidi. (S. N. Cheuvront & M.N. Sawka ’05)
Uno dei più usati: Impedenzometria o bio-impedenzometria, non del
tutto attendibile salvo che con una accuratissima standardizzazione
preventiva dell’atleta (S. N. Cheuvront & M.N. Sawka ’05)
I sintomi di disidratazione
I sintomi clinici di una incipiente disidratazione, come capogiri,
mal di testa, tachicardia e altri sono fin troppo generici per
essere indicativi, mentre sintomatologie più severe come delirio e
sordità, sopraggiungono a un livello di disidratazione che va al di
là dei canoni accettabili
Un metodo di
automonitoraggio U.S.P.
- Urina colore scuro, concentrazione, frequenza delle minzioni
- Sete la sua assenza non significa euidratazione, ma se è
contemporanea ad uno degli altri segni è significativa
- Peso accettabili variazioni entro l’1%
La sete rappresenta sempre un utile campanello d’allarme che rivela
la necessità di uno schema migliore di assunzione di liquidi prima,
durante e dopo l’attività fisica, ma va prevenuta
Come
idratare
- Molto utile la preidratazione: piccole razioni di fluidi da
distribuire in circa 30 minuti prima dell’attività
- Costanti e controllate razioni di fluidi secondo tempo (quando
possibile) e specifiche tendenze alla disidratazione del singolo;
non a sensazione
- Dopo: conta poco
Con cosa idratare
- Mai fluidi ipotonici e o poveri di sali specie sodio
- Sempre con piccole razioni di carboidrati (l’ideale è il 5-6%)
- Sempre ad una temperatura tra i 10 e i 28°
- Sempre con un sapore gradito al singolo atleta
L'Autore:
Nicola
Sponsiello,
medico e specialista in scienza dell'alimentazione, svolge attività
di ricerca presso l'Università di Padova nel campo della nutrizione
dello sport.
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