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| ….disse la volpe:”
Ecco il mio segreto. E’ molto semplice: non si vede bene che col
cuore. L’essenziale e’ invisibile agli occhi”. “ L’essenziale e’
invisibile agli occhi”, ripete’ il piccolo principe, per
ricordarselo. Da: IL PICCOLO PRINCIPE di Antoine de Saint-Exupéry.
Premessa
Preparare la partita e’ fondamentale nell’attivita’ di un tecnico.
E’ un momento che ogni allenatore si trova ad affrontare, che si
tratti di calcio giovanile o di Serie A. Se siete allenatori , vi
sara’ capitato di non capire come mai in una partita, la meta’ della
squadra non fa quello che avevate preparato. A quel punto una
domanda e’ d’obbligo: I giocatori sono degli zucconi? Oppure e’
l’allenatore che non ha comunicato in modo efficace a tutti? Se
siamo tutti d’accordo che il risultato di una comunicazione e’ sotto
la responsabilita’ di chi comunica, credo sia utile riflettere sui
modi di agire in palestra. Con questo voglio dire che la testa di
ognuno di noi e’ diversa dalle altre e non esistono persone dure di
comprendonio, bensi’ esistono istruttori ed allenatori che hanno un
solo modo di comunicare. Flessibilita’ quindi non e’ solo una bella
parola. E’ una trasformazione nel modo di pensare. Significa
dirigere l’attenzione sui propri giocatori anziche’ su se stessi.
Questo e’ il modo per spostare in avanti i propri limiti e quelli
altrui.
Ora esaminiamo la possibilità di comunicare in modo semplice e
comprensibile a tutti contenuti come:
Elementi tecnici che migliorino le lacune della squadra.
Elementi necessari ad inquadrare un avversario specifico.
L’impostazione della strategia.
Portare alla partita i giocatori con lo stato mentale vincente.
Premettendo che ci sono alcuni aspetti della comunicazione che una
volta assimilati dall’allenatore, lo , aiutano a farsi capire, noi
metteremo a fuoco i SISTEMI RAPPRESENTAZIONALI.
I sistemi rappresentazionali sono i canali con i quali facciamo
entrare o uscire le informazioni. Sono 3: visivo,auditivo e
cenestesico ed ognuno di noi pur possedendoli tutti, ne ha uno
predominante. Elencandone alcune caratteristiche, vediano che:
Visivo
- VISIVO sono persone che danno significato alle cose attraverso le
immagini che vedono e che si costruiscono nella loro fantasia. Nello
sport sono atleti bravi ad imitare i gesti tecnici dei campioni In
questo caso siamo di fronte a giocatori che vengono stimolati da
video-tape- schemi alla lavagna- ricordi di partite giocate.
Auditivo
- AUDITIVO: come dice il nome, le persone auditive raccolgono e
trasmettono le informazioni attraverso i suoni, le voci, i discorsi,
il ritmo. I giocatori con questa caratteristica sono abili a capire
tutto cio’ che serve dai discorsi teorici, dalle parole ascoltate e
riescono negli esercizi quando prima ricevono le istruzioni a voce.
Solitamente sono giocatori abili a dettare i tempi del gioco e a
volte hanno bisogno di qualche istante in piu’ degli altri per fare
sedimentare le informazioni in quanto riascoltano i discorsi
mentalmente.
Cinestetico
- CENESTESICO: questa strana parola indica gli individui
prevalentemente guidati dalle sensazioni,dal tatto,dalle percezioni
propriocettive. Per comunicare efficacemente con il giocatore
cenestesico e’ necessario fargli sperimentare prima di spiegare. Ad
esempio la posizione del corpo durante il tiro o nel contatto con
l’avversario, per poi verificare se il giocatore prova le
“sensazioni giuste”. Ora tenendo conto di cio’ che ho scritto,
costruiro’ un mix di elementi, calibrato per preparare una squadra
composta da giocatori con caratteristiche eterogenee.
Conclusioni
1. Iniziamo da una spiegazione teorica con esempi, aneddoti ed
analogie. E’ importante in questa fase fare attenzione a dare
istruzioni piu’ possibile senza il NON, del tipo:” attento a non
commettere il fallo di…” oppure “ mi raccomando, non sbagliare la…”.
Queste indicazioni forniscono al giocatore l’immagine di cio’ che
non devono fare, facendo si che queste situazioni anziche’ essere
allontanate, vengano tenute ben vive nella mente del giocatore. A
volte alcuni errori si fanno proprio per questo motivo.
2. Si passa alla fase di presentazione dei dettagli sotto forma di
score e disegni da lasciare ai giocatori, oltre all’uso della
lavagna. Ottimo quando e’ possibile l’uso del video-tape,
selezionando le azioni da focalizzare ad audio spento. E’ utile far
vedere anche uno spezzone di gara della nostra squadra o di quella
avversaria in forma integrale per far percepire lo stato emotivo
della gara. Consiglio di sperimentare la musica, attraverso un brano
che accompagni il riscaldamento o la fase di spogliatoio. Ora non e’
il caso di approfondire come fa la musica a produrre certe emozioni,
ma sicuramente puo’ essere utile ad allontanare i giocatori dai
pensieri della vita quotidiana. Conosco un allenatore famoso che ha
portato questa novita’ nelle sue giovanili con eccellenti risultati.
3. Seguiranno esercizi di esempio che scompongono le fasi di gioco
che vogliamo insegnare, curando il gesto, i singoli movimenti e
l’atteggiamento del corpo.
4. Fondamentale e’ il feedback sul campo, ovvero i giocatori
esprimono i loro punti di vista, pareri difficolta’ ed elementi
migliorativi. Questa fase di interazione tra coach e squadra
permette di far sentire propri, i compiti assegnati dall’allenatore.
5. Per finire c’e’ la simulazione della partita, alla quale piu’
riusciamo a dare intensita’, fisica ed emotiva, piu’ troveremo i
nostri giocatori abituati all’impatto psicologico di un avversario
aggressivo o di un pubblico contrario.Io preferisco le simulazioni
di partita piuttosto delle amichevoli, perche’ anche se sono due
cose diverse, e raggiungono scopi differenti, nella simulazione di
gara fra compagni di squadra e’ piu’ facile pilotare la competizione
e la crescita omogenea di tutto il gruppo. Nel lavoro proposto
sopra, vengono influenzati tutti e tre i sistemi rappresentazionali,
ma certamente altri aspetti utili si possono creare e sperimentare
sul proprio gruppo di giocatori, anzi, credo che il modo migliore
per essere credibili ed in linea con le cose che si dicono sia
proprio quello di modellare idee nuove sulla propria realta’. Il mio
intento e’ quello di generare l’idea che nel mestiere
dell’allenatore non si e’ mai finito di imparare, e saro’ lieto di
rispondere a vostre domande o ad interagire con voi attraverso la
redazione. |
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