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  + -   Canale Medicina e Psicologia
   La preparazione della partita
   Autore: Maurizio Dalcò | Fonte: Centro Regionale di Psicologia dello Sport Friuli Venezia Giulia 
    | ….disse la volpe:” Ecco il mio segreto. E’ molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale e’ invisibile agli occhi”. “ L’essenziale e’ invisibile agli occhi”, ripete’ il piccolo principe, per ricordarselo. Da: IL PICCOLO PRINCIPE di Antoine de Saint-Exupéry.
Premessa
Preparare la partita e’ fondamentale nell’attivita’ di un tecnico. E’ un momento che ogni allenatore si trova ad affrontare, che si tratti di calcio giovanile o di Serie A. Se siete allenatori , vi sara’ capitato di non capire come mai in una partita, la meta’ della squadra non fa quello che avevate preparato. A quel punto una domanda e’ d’obbligo: I giocatori sono degli zucconi? Oppure e’ l’allenatore che non ha comunicato in modo efficace a tutti? Se siamo tutti d’accordo che il risultato di una comunicazione e’ sotto la responsabilita’ di chi comunica, credo sia utile riflettere sui modi di agire in palestra. Con questo voglio dire che la testa di ognuno di noi e’ diversa dalle altre e non esistono persone dure di comprendonio, bensi’ esistono istruttori ed allenatori che hanno un solo modo di comunicare. Flessibilita’ quindi non e’ solo una bella parola. E’ una trasformazione nel modo di pensare. Significa dirigere l’attenzione sui propri giocatori anziche’ su se stessi. Questo e’ il modo per spostare in avanti i propri limiti e quelli altrui.
Ora esaminiamo la possibilità di comunicare in modo semplice e comprensibile a tutti contenuti come:
Elementi tecnici che migliorino le lacune della squadra.
Elementi necessari ad inquadrare un avversario specifico.
L’impostazione della strategia.
Portare alla partita i giocatori con lo stato mentale vincente.
Premettendo che ci sono alcuni aspetti della comunicazione che una volta assimilati dall’allenatore, lo , aiutano a farsi capire, noi metteremo a fuoco i SISTEMI RAPPRESENTAZIONALI.
I sistemi rappresentazionali sono i canali con i quali facciamo entrare o uscire le informazioni. Sono 3: visivo,auditivo e cenestesico ed ognuno di noi pur possedendoli tutti, ne ha uno predominante. Elencandone alcune caratteristiche, vediano che:
Visivo
- VISIVO sono persone che danno significato alle cose attraverso le immagini che vedono e che si costruiscono nella loro fantasia. Nello sport sono atleti bravi ad imitare i gesti tecnici dei campioni In questo caso siamo di fronte a giocatori che vengono stimolati da video-tape- schemi alla lavagna- ricordi di partite giocate.
Auditivo
- AUDITIVO: come dice il nome, le persone auditive raccolgono e trasmettono le informazioni attraverso i suoni, le voci, i discorsi, il ritmo. I giocatori con questa caratteristica sono abili a capire tutto cio’ che serve dai discorsi teorici, dalle parole ascoltate e riescono negli esercizi quando prima ricevono le istruzioni a voce. Solitamente sono giocatori abili a dettare i tempi del gioco e a volte hanno bisogno di qualche istante in piu’ degli altri per fare sedimentare le informazioni in quanto riascoltano i discorsi mentalmente.
Cinestetico
- CENESTESICO: questa strana parola indica gli individui prevalentemente guidati dalle sensazioni,dal tatto,dalle percezioni propriocettive. Per comunicare efficacemente con il giocatore cenestesico e’ necessario fargli sperimentare prima di spiegare. Ad esempio la posizione del corpo durante il tiro o nel contatto con l’avversario, per poi verificare se il giocatore prova le “sensazioni giuste”. Ora tenendo conto di cio’ che ho scritto, costruiro’ un mix di elementi, calibrato per preparare una squadra composta da giocatori con caratteristiche eterogenee.
Conclusioni
1. Iniziamo da una spiegazione teorica con esempi, aneddoti ed analogie. E’ importante in questa fase fare attenzione a dare istruzioni piu’ possibile senza il NON, del tipo:” attento a non commettere il fallo di…” oppure “ mi raccomando, non sbagliare la…”. Queste indicazioni forniscono al giocatore l’immagine di cio’ che non devono fare, facendo si che queste situazioni anziche’ essere allontanate, vengano tenute ben vive nella mente del giocatore. A volte alcuni errori si fanno proprio per questo motivo.
2. Si passa alla fase di presentazione dei dettagli sotto forma di score e disegni da lasciare ai giocatori, oltre all’uso della lavagna. Ottimo quando e’ possibile l’uso del video-tape, selezionando le azioni da focalizzare ad audio spento. E’ utile far vedere anche uno spezzone di gara della nostra squadra o di quella avversaria in forma integrale per far percepire lo stato emotivo della gara. Consiglio di sperimentare la musica, attraverso un brano che accompagni il riscaldamento o la fase di spogliatoio. Ora non e’ il caso di approfondire come fa la musica a produrre certe emozioni, ma sicuramente puo’ essere utile ad allontanare i giocatori dai pensieri della vita quotidiana. Conosco un allenatore famoso che ha portato questa novita’ nelle sue giovanili con eccellenti risultati.
3. Seguiranno esercizi di esempio che scompongono le fasi di gioco che vogliamo insegnare, curando il gesto, i singoli movimenti e l’atteggiamento del corpo.
4. Fondamentale e’ il feedback sul campo, ovvero i giocatori esprimono i loro punti di vista, pareri difficolta’ ed elementi migliorativi. Questa fase di interazione tra coach e squadra permette di far sentire propri, i compiti assegnati dall’allenatore.
5. Per finire c’e’ la simulazione della partita, alla quale piu’ riusciamo a dare intensita’, fisica ed emotiva, piu’ troveremo i nostri giocatori abituati all’impatto psicologico di un avversario aggressivo o di un pubblico contrario.Io preferisco le simulazioni di partita piuttosto delle amichevoli, perche’ anche se sono due cose diverse, e raggiungono scopi differenti, nella simulazione di gara fra compagni di squadra e’ piu’ facile pilotare la competizione e la crescita omogenea di tutto il gruppo. Nel lavoro proposto sopra, vengono influenzati tutti e tre i sistemi rappresentazionali, ma certamente altri aspetti utili si possono creare e sperimentare sul proprio gruppo di giocatori, anzi, credo che il modo migliore per essere credibili ed in linea con le cose che si dicono sia proprio quello di modellare idee nuove sulla propria realta’. Il mio intento e’ quello di generare l’idea che nel mestiere dell’allenatore non si e’ mai finito di imparare, e saro’ lieto di rispondere a vostre domande o ad interagire con voi attraverso la redazione.       
 

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