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Compagni di stadio. Sócrates e la Democrazia Corinthiana
Negli anni bui e silenziosi della
lunga dittatura militare brasiliana, una squadra di
calcio ispirò un'intera nazione e contribuì al
ritorno della democrazia e della libertà. Questa è
la storia dell'ingenua Comune, repubblica
democratica o incredibile soviet calcistico, che
fiorì e prosperò in Brasile nello Sport Club
Corinthians Paulista tra il 1981 e il 1985. Nello
stesso popolarissimo club il destino riuscì a
riunire un dirigente sociologo, un terzino
sindacalista, un centravanti ribelle e un attaccante
dal nome di filosofo, laureato in Medicina, Sócrates
Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, per
il mondo intero semplicemente Sócrates. A loro si
unirono un geniale pubblicitario, i compagni di
gioco, di lotta, di vita, di stadio e il popolo
brasiliano. Nelle stagioni 1982/83 il Corinthians di
San Paolo vinse il campionato con la parola "Democracia"
stampata sulle magliette. Una vittoria che, per
Sócrates, fu "probabilmente il momento più perfetto
della vita". Era il punto di arrivo di una battaglia
iniziata con la Democrazia Corinthiana, il tentativo
di trasformare l'autoritarismo con cui si gestivano
le squadre di calcio in un sistema in cui tutti, dai
massaggiatori alle riserve, condividevano le
decisioni attraverso il voto: salari, contratti,
cessioni e nuovi acquisti, arrivando addirittura a
mettere in discussione il tabù dei ritiri prima
delle partite. Genio e sregolatezza, Sócrates è
diventato il simbolo di un calcio impegnato, amato
in patria e nel mondo
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