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Contro il tiqui taca.
Come ho imparato a
detestare il Barcellona.
"Il Barcellona è una
squadra noiosissima."
Provate a dirlo ad alta
voce: sarete tacciati di
blasfemia e guardati
come dei folli. Ma
ripetendolo e
argomentando la vostra
antipatia per la squadra
più forte, vincente e
politicamente corretta
del mondo, vi
accorgerete lentamente
ma inesorabilmente che
non siete soli, che c'è
chi la pensa come voi.
Con ironia sulfurea - ma
con un sotterraneo
affetto, vorremmo dire,
se non altro da Sindrome
di Stoccolma - Michele
Dalai costruisce una
provocazione solo
apparentemente gratuita
e smonta uno a uno i
luoghi comuni sulla
superiorità tecnica ed
etica della squadra
catalana e del suo
microcosmo, colpendo il
nemico nei suoi beni
simbolo, a partire dal
motto megalomane "più
che un club", passando
per il gioco estenuante
e onanistico,
interamente consacrato
al nume del possesso
palla - il famigerato
tiqui taca -, fino ad
arrivare a quei
tifosi-integralisti per
i quali il fútbol esiste
solo in funzione del
Barcellona e il resto è
noia. Senza risparmiare
nemmeno Lionel Messi, la
Pulce che incanta il
mondo e, da quattro
Continua
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