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"L'alieno Mourinho"
Dopo averne
sentito parlare con entusiasmo e aver letto recensioni ottime, ho
letto il libro di Sandro Modeo, “L’alieno Mourinho” (ISBN Edizioni –
2010), e ho scoperto che quel che si diceva era tutto vero…. anzi
no. Non solo Modeo con questo libro scende nelle profondità abissali
del personaggio sportivo di questo cinquantennio (potrebbe
diventarlo sul campo Messi se vince il Mondiale 2014 in Brasile, ma
ce la fa?), avvincendo il lettore (provateci voi, parlando di un
uomo e del suo volere), ma traccia un indirizzo da seguire per la
letteratura sportiva italiana contemporanea (la dicitura è un po’
enfatica ma il discorso torna). In “L’alieno Mourinho” Modeo fa
voltare pagina allo scrivere sportivo, grazie a quattro innovazioni.
Nuova metodologia di approccio alla materia: Modeo studia il calcio
mixando prospettive d’analisi diverse e facendole convergere intorno
al tema sportivo, che è insieme fatto sociale e fenomeno di scienza,
(umana ma non solo: psicologica, neurobiologica, antropologica,
fisiologica), oltre che fulcro narrativo. Se Berselli con “Il più
mancino dei tiri” scrive il libro in cui il calcio è traccia
mnestica e plot di base per un romanzo pienamente contemporaneo
(dove memoria, senso sociale e storia si confondono, in pratica
quello che riesce a fare anche Saviano), “L’alieno Mourinho” è il
saggio di partenza per una nuova fase di studi intorno al fenomeno
sportivo/calcistico. Il punto di partenza è la vita
socio-psico-neurologica di un allenatore di calcio, tracciata e
analizzata sotto molti punti di vista: parallelismi storiografici,
dinamiche neurologiche, connessioni culturali, rimbalzi biografici.
Nuovi riferimenti culturali: Una prospettiva metodologica così
multidimensionale spalanca le porte a nuovi riferimenti culturali
per la letteratura sportiva. Neuroscienze, fisiologia, antropologia,
storia delle tradizioni popolari, filosofia della scienza, analisi
del linguaggio, scienza dell’organizzazione (alcune sono già state
esplorate scrivendo di calcio, ma mai in una visione comune). Questi
riferimenti elevano la tematica sportiva ad argomento pienamente
contemporaneo, superando di slancio l’aneddotica debole e l’epopea
spiccia della maggior parte dei libri di sport.
Nuovo linguaggio: Le premesse metodologiche precedenti portano come
conseguenza la necessità di un linguaggio nuovo per scrivere di
sport. Il connettere per la stessa analisi prospettive così
differenti, fa aprire ad un linguaggio al limite tra scienza e
poesia, prosa romanzata e didattica. Oltre a ciò, la grande capacità
di Modeo è quella di staccarsi dai vecchi termini, pensandone altri
(sulla scia anche delle discussioni tattiche di questi ultimi 20
anni). Calciatore come “unità funzionale”, organizzazione della
squadra per principi e non per schemi, la “narrazione motiva” che
deve essere dentro ai flussi di lavoro (come quello del calciatore),
sono i nuovi key terms da comprendere e su cui basarsi per una nuova
scrittura calcistica.
Nuovo stile: Infine lo stile, pienamente maturo, nonostante questo
libro fosse il primo “lungometraggio letterario” di Modeo sul
calcio. Le metafore storiche (Guttmann, Arthur Jorge, ma anche extra
come Houdini) che segnano le tracce da seguire per conoscere il
personaggio e il suo agire, la spiegazione dei processi interiori di
Mourinho e sistemici della squadra, senza cadere nello scientismo
esasperato, il discorso diretto romanzato che chiude un concetto
tirando dentro la riflessione del lettore, concetti filosofici
tenuti a bada e non lasciati andare senza un filo rosso per cui
avessero senso nel contesto (di calcio ho letto libri orribili, in
cui ogni azione aveva un ideale filosofico di fondo, mentre Modeo
parla di principi legati all’uomo).
A partire da queste quattro innovazioni, credo che bisogna partire
per inaugurare un fase nuova della scrittura sportiva, sia in ambito
saggistico che narrativo.(Jvan Sica) |