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  La rivoluzione dei Tulipani  
  Autore:  Alec Cordolcini  
  Data di pubblicazione nel sito: 27 febbraio 2008  
 

La rivoluzione dei Tulipani
Cento anni di calcio olandese, dall’estate 1879 (fondazione dell’Harleemsche Fc) fino all’allenatore Co Adrainsee, quello che, a chi gli chiedeva se non fosse possibile giocare un calcio più difensivo, rispose: "Non potete chiedere a Rembrandt di dipingere come Van Gogh". E poi la rivoluzione, il calcio totale che tutti abbiamo ammirato: la saga del Grande Ajax e della Grande Olanda. Ei fu, il calcio. Perché da lì in poi, una rivoluzione. Un nuovo modo di intendere e volere, di considerare e concepire, di giocare. La rivoluzione olandese. Correre con il pallone, soprattutto correre senza il pallone. Avanti e indietro. Stantuffi, pistoni, bielle. Tutti. Perfino il portiere. Perché da quella rivoluzione il portiere avrebbe conosciuto l’uso non solo delle mani ma anche dei piedi, e non se ne stava più nella sua area di porta, ma abitava in quella di rigore e poi sconfinava, a volte lo si scorgeva esploratore a metà campo. Perché da quella rivoluzione i terzini si trasformarono in ali e le ali in terzini, il centravanti in centromediano e il centromediano in centravanti, e i centrocampisti si triplicavano e stavano dappertutto. Movimento totale. Raddoppi, scambi e incroci, come in una stazione ferroviaria. E decolli e atterraggi, come in un aeroporto. E stazze, come in un porto di mare. CATECHISMO - Adesso, che tutto è stato osservato e studiato, capito e copiato, la rivoluzione olandese è diventata come il catechismo olandese, o come l’olandese volante: un modo di dire. Ma allora era un vento, una novità, uno scisma. Muscoli e fiato, tattica e tecnica, fisico e fisica. Una schiera di gutturali, un esercito di doppie vocali, una famiglia di Van. L’Ajax valeva i Beatles. Anche nei capelli, nelle basette, nelle barbe. Era il «We can work it out», era il «Magical mystery tour», era lo «Strawberry fields forever». Ci mancava solo il periodo indiano, con il sitar e il guru. Anzi, il guru c’era. Ma olandese pure lui. In questo lavoro, Alec Cordolcini racconta cento anni di calcio olandese, dall’estate 1879 quando Pim Mulier e altri 15 studenti fondarono l’Harleemsche Football Club fino all’allenatore Co Adrainsee, quello che, a chi gli chiedeva se non fosse possibile giocare un calcio più difensivo, ha risposto: «Non potete chiedere a Rembrandt di dipingere come Van Gogh». Dentro c’è la saga del Grande Ajax e della Grande Olanda, e di quell’undici, metà preghiera e metà poesia, che corrisponde al nostro Sarti-Burgnich-Facchetti. Vale a dire: Jongbloed-Suurbier-Rijsbergen (respiro), Haan-Krol-Jansen (respiro), (poi tutto d’un fiato) Van Henegem-Neeskens-Rep-Cruijff-Rensenbrink. E quando toccava scriverlo, si era vittime dell’eterno dubbio su dove sistemare la «i» e la «j» del dio Cruijff. CARTELLINO ROSSO - Cordolcini sembra aver impegnato la propria esistenza, fin da subito (è nato nel 1976, in piena epoca «orange»), nel cercare, raccogliere, collezionare, sviscerare, recuperare storie sul calcio olandese. Anche la testimonianza dell’arbitro Clive Thomas, che in una partita osò cacciare prima Neeskens, poi Van Hanegem: «Erano tutte primedonne, e ogni decisione che prendevo contro di loro mi veniva contestata con un atteggiamento del tipo "ma tu hai solo una vaga idea di CHI siamo noi?"». Così, quando Thomas mostrò il cartellino rosso a Van Hanagem, questi si rifiutò di uscire. «Esasperato, decisi di raccogliere la palla e avviarmi negli spogliatoi». Lo fermò, appena in tempo, un guardalinee: l’olandese, finalmente, se ne stava andando. E chi poteva immaginare che Rijsbergen il duro voleva fare il professore di ginnastica, «ma il suo vero sogno era diventare archeologo»? E chi se lo ricordava che Marco Van Basten, a casa, quando studiava, continuava a «fissare fuori dalla finestra quel messaggio scritto con la bomboletta spray sul muro di un edificio del quartiere: "Dopo me stesso, sono il migliore"»? E chi lo sapeva che quando Gullit da bambino giocava nei Meerboys, «i marcatori neppure si scrivevano, tanto i gol li segnava tutti Ruud»? .

 
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Anno pubblicazione: 2009 - Pagine: 248 Prezzo: € 18,00 Formato: Volume cm. 15 x 21-
Casa Editrice: Bradipolibri
 
   

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