|
L'Europa nel pallone.
Stili, riti e tradizioni del
calcio europeo
Il calcio come
espressione frattale delle culture nazionali è ormai un comune
sentire, fuso e assaporato nelle opere di diversi studiosi
contemporanei: dalle riflessioni sociopolitiche di Franklin Foer nel
libro Come il calcio spiega il mondo, alla descrizione di come il
calcio venga utilizzato nella gestione del potere politico in Calcio
e potere di Simon Kuper, fino ai reportage in cui il calcio è
semplice miccia per accendere odi e vendette “tribali”, come in La
prima guerra del football di Ryszard Kapuscinski, il gioco del
pallone acquista una dimensione rilucente di dettaglio vivificato
tra le rotte socio-storiche, simboliche e culturali dei diversi
paesi del mondo.
Polarizzare intorno al gioco di una nazionale di calcio le
espressioni culturali di un popolo, come ho tentato di fare in
questo libro, vuol dire in primo luogo scavare a fondo
nell’immaginario collettivo di una società, tra le nebbie necessarie
dei rapporti con le istituzioni e la storia e i paesaggi del
quotidiano vivere in comunità. A ciò si aggiunga il volere e potere
delle avanguardie artistiche, letterarie, musicali, cinematografiche
e teatrali, da sempre capaci di sviluppare attorno a questo e ad
altri temi suggestioni inedite e folgoranti.
Riportare elementi tecnici – come i movimenti di una squadra, la
definizione degli schemi sul campo, le modalità di gestione delle
gare, la caratterizzazione particolare dei ruoli e l’organizzazione
del gioco all’interno della relazione con l’altra squadra – a fonemi
culturali “di base”, per le diverse nazioni, produce un’analisi
“larvivora” (che si nutre cioè di aspetti minimi, visti soprattutto
in una prospettiva più larga e di sviluppo) che procede per balzi e
strisciate, incursioni e spalmate tra gli stimoli più diversi verso
cui poter guardare.
Le sette scuole calcistiche esaminate (francese, olandese, italiana,
iberica, tedesca, russa e balcanica), tra i flutti tormentati di
quel che è in fondo un gioco per palati arrozziti, sono inquadrate
all’interno di una convergenza tutta terrena, tra l’organizzazione
del gioco in campo e una serie di spunti diversi, sezionati e
ricomposti in un’osservazione profonda, oltre il “limen” tra le
scienze umane e la psicologia dei gruppi, le stimolazioni letterarie
e i percorsi sociali, le notazioni storiche e i colori dell’habitat.
Per ogni nazionale o gruppo di nazionali analizzate ho diviso
l’esposizione in tre parti concatenate. Nella prima, dal titolo
Identità, provo a mettere in pratica e applicare queste operazioni
di analisi multifattoriale alle differenti tipologie di calcio delle
varie nazionali, nel tentativo di parlare di questo gioco in modo
diverso rispetto a chi lo fa soltanto contando i passaggi riusciti
di mediani incravattati o le ammonizioni rimediate da terzini
litigiosi.
La seconda sezione – Cenni storici – accompagna lo svolgere
diacronico della nascita, affermazione e maturazione delle identità
calcistiche nazionali, continuamente rimestate all’interno dei
flussi della storia di questo sport. La terza sezione, dedicata ai
Protagonisti, vuole infine illuminare miserie e nobiltà degli uomini
di calcio, a partire dai portieri, questi “maudit” con il latte alle
ginocchia, passando per i difensori, smagati personaggi da “hard
boiled” strascinati, i centrocampisti, pieni di rodimenti e pensieri
stupendi, e gli attaccanti, favolistiche figure di un mondo zeppo di
corifei e coloni.
Volevo ringraziare, per la sopportazione durante la stesura, la
mecenatesca Sara che ha prestato cuore e computer, la nosografica
Aurora che ha accompagnato il percorso e il pertinenziale Manolo,
che ha accettato l’occupazione della scrivania. |