Giornata dell'AIRC, ecco la dieta che allontana il cancro

Adriana ALBINI

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La prevenzione comincia a tavola e la dieta può diventare un farmaco: alimenti e bevande contengono molecole in grado di proteggere il corpo e di "bloccare" i tumori prima della loro insorgenza.

La ricerca conferma sempre più che cattiva nutrizione e mancanza di moto, soprattutto se legate a sovrappeso e obesità, sono responsabili di un caso di cancro su tre. Il consumo eccessivo di cibi grassi, dolci e bibite carbonate va a detrimento della salute e predispone alla malattia.

 

Molti studi denunciano quali sono i temibili "alleati" del cancro: assunzione di troppi grassi e calorie, problemi metabolici, radicali liberi e invecchiamento dei tessuti. Le raccomandazioni sono dunque chiare:

1) mangiare e bere sano, bilanciando l'apporto calorico con l'attività fisica;

2) evitare l'aumento di peso; 

3) prevenire diabete e obesità.

 

Oggi possiamo dire che la salute è a portata di forchetta, come sottolinea la giornata dell’Airc "Le Arance della Salute" organizzata per sabato 30.

Franco Berrino dell'Istituto dei Tumori di Milano ha dimostrato che nei Paesi dove si consuma una dieta mediterranea si sopravvive più a lungo ai tumori.

Si può anche verificare che la sopravvivenza per alcune neoplasie è più alta in zone con alimentazione "migliore".

 

La dieta orientale ‐ a base di soia, tè verde, pesce e verdure ‐ abbassa il rischio per colon, seno e prostata.

In Italia, poi, la sopravvivenza è tra le più alte, perché la dieta mediterranea è molto protettiva.

Tra le molecole studiate nei nostri laboratori, con il supporto dell’Airc, ci sono i terpeni degli oli essenziali delle arance, lo xantumolo contenuto nel luppolo della birra, il carotenoide dei pomodori (il licopene), il retinoide fenretinide della famiglia della vitamina A, la catechina presente nel tè verde (ma anche nel cioccolato amaro) e l'iperforina.

A queste si aggiungono il resveratrolo del vino rosso, le antocianine della frutta e della verdura blu e viola (come mirtilli o melanzane), gli indoli dei cavolini di Bruxelles, le sostanze aromatiche in aglio e cipolla, le spezie come peperoncino, curcuma, zenzero e molti altri composti "chimici" salvavita. Hanno note proprietà salutari anche l'olio extra‐vergine di oliva e il pesce ricco di acidi grassi poli‐insaturi omega 3.

 

Può allora funzionare la dieta a base di "integratori"?

Al momento non si hanno risultati statisticamente significativi, ma ci sono evidenze che estratti da bevande o cibi oppure derivati sintetici dalle molecole di origine alimentare possono essere ottimi farmaci chemiopreventivi.

Per esempio, la fenretinide, un retinoide sintetico, simile alla vitamina A, previene il tumore della mammella in donne in premenopausa, mentre la finasteride, un derivato delle piante, può prevenire il tumore della prostata.

Le speranze per un futuro di "cibi‐medicina" sono molte: ecco perché la ricerca oncologica deve dialogare con la genetica e il "microambiente" del corpo.

 L’obiettivo è approfondire la conoscenza del genoma e delle sue alterazioni, consentendo di approfondire gli aspetti molecolari delle neoplasie e di proteggere l'organismo.

 

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Adriana ALBINI, responsabile della ricerca oncologica presso il Polo Scientifico e Tecnologico dell'Istituto di Ricovero e Cura Multimedica di Sesto San Giovanni e Milano. Laureata in chimica a Genova, ha studiato biochimica in Germania e ha lavorato negli USA.

È stata vicedirettore dell'IST-Istituto Tumori di Genova e direttore di dipartimento fino al 2006, anno in cui si è trasferita a Milano.

 


Data inserimento e aggiornamento nel sito: 20/01/2012 - 08/05/2017

 

 

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